It all started in a cold and foggy morning of March. The clock struck five o’clock and the calendar marked the number 10. All the students with their luggage were ready to face a long journey. At 6 o’clock in the bus we headed for Bergamo airport and an inexplicable silence prevailed, we all fell asleep. After being hard to put up with two other hours of plane and four hours of bus we finally arrived at Castlebar. Little did we know that as it’s written in Frank Sinatra’s tombstone, the best was yet to come.
C’è un proverbio gaelico che dice “the man with the boots does not mind where he places his foot”. Ecco, pur non avendo gli stivali, non ci è importato molto dei dettagli che potevano ostacolarci e siamo sempre andati avanti per il nostro cammino. In questa vacanza-studio abbiamo imparato molto, oltre ad aver messo in pratica la lingua e aver aggiunto al nostro vocabolario inglese qualche parola scurrile in più.
Abbiamo anche conosciuto un sistema d’apprendimento scolastico diverso da quello italiano, concentrato più sul lato pratico che teorico, e da certi punti di vista molto interessante. Ma non solo: adesso sappiamo come riconoscere i ragazzi malavitosi irlandesi detti “travellers”, abbiamo imparato che il football gaelico è un miscuglio di tanti sport, che gli irlandesi ce l’hanno ancora a morte con gli inglesi e sono dipendenti dal pollo, che per le ragazze di lì è un sollievo non avere maschi a scuola, che gli unici che si vestono per St. Patrick Day quando non è St. Patrick Day sono gli italiani, che le case a Dublino sono senza tapparelle e che non bisogna ordinare la pasta carbonara in un ristorante italiano in Irlanda. Abbiamo trascorso diverse giornate con i ragazzi locali della nostra età e tutti speriamo vengano a farci visita qui al Filippin.
C’è una regola per i turisti d’Irlanda: Madre Natura non è mai dalla loro parte. Solitamente, la probabilità di pioggia è inversamente proporzionale alla dimensione dell’ombrello che ci si porta dietro tutto il giorno e più ha valore, più è facile che il vento lo rompa e poi si finisca dentro ad una pozzanghera.
In ogni caso, la pioggia può spazzare via di tutto, ma non ci porterà mai via dai nostri ricordi un’esperienza indimenticabile.
Sofia Casini
Classe 2^ Europeo e parte della classe 2^ Scientifico Innovazion